venerdì 28 novembre 2008

La miglior rappresentanza è quella che ci facciamo da soli, ma.....

Sta mattina è uscito su Repubblica un articolo che segnala la vittoria delle destre universitarie alle elezione dei rappresentanti di ateneo alla Sapienza. Tutto questo è dovuto alla scelta dell'Onda di disertare le urne, a causa della irrappresentabilità del movimento studentesco.
il problema è questo: servono o non servono i rappresentanti di ateneo?sono inutili servi del potere o possono essere un utile strumento di partecipazione alla vita universitaria (ve li immaginate tutti i 10000 studenti dell'Università di Camerino che devono approvare il bilancio di ateneo?!) ?
certo, rappresentanti come quelli della nostra Università (parlo solo di quelli della sede di Camerino, visto che nelle sedi collegate i rappresentanti sono fanno il loro dovere) servono a ben poco: rappresentanti come sono di una Certa parte poLitica, e non degli studenti, dei quali non gli interessa sentire il parere in assemblea (non ne hanno mai convocata una, neanche a seguito di pressanti richieste...). tutto questo fa riflettere e anche incazzare, se si pensa che c'è stata gente che nel 68 ha preso botte e ha lottato per creare rappresentanza e ora la vediamo svenduta agli interessi politici. ma lasciare tutto in mano ai servi della destra, a mio personale avviso, significa non usare tutto in maniera più intelligente, ma lasciarsi andare a rinunce, coperti dal velo della irrappresentabilità (concetto bellissimo, sia ben chiaro, ma sul quale bisognerebbe fare un discorso più approfondito...). in una realtà piccola come la nostra, sempre secondo me, dovremmo invece tentare di riappropriarci delle rappresentanze, di renderle "schiave" degli studenti, vera proiezione della popolazione universitaria nei palazzi del potere.... COMMENTATE!

http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-7/elezioni-sapienza/elezioni-sapienza.html

4 commenti:

Anonimo ha detto...

D'accordissimo kn te!infatti spero ke alle prossime elezioni dei rappresentanti saremo TUTTI a votare..ma soprattutto ke ci sarà gente VERA da votare..gente ke RAPPRESENTA gli studenti e ke si fa portavoce degli studenti,non schiavo politico e portavoce della "propria" idea!

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo anche io. Abbiamo già provato sulla nostra pelle cosa vuol dire lasciare piede libero a chi non consideriamo nemmeno. Bisogna votare e bisogna farlo con coscienza, ma bisogna anche che sia disponibile una valida alternativa all'attuale rappresentanza. Altrimenti è tutto inutile.

Tyler Durden ha detto...

infatti...work in progress....

Anonimo ha detto...

Servono o non servono i rappresentanti di un ateneo?
Se il contesto culturale nel quale viene a porsi la domanda non fosse l’Italia, la risposta sarebbe stata forse banale.
A volte si cade nell’errore di pensare che gli italiani siano in media disinformati su quelli che possono essere definiti veri e propri attentati seppur velati a diritti non solo costituzionalmente e formalmente riconosciuti ma anche popolarmente sentiti.
Gli Italiani almeno a mio parere sono nonostante i mirabolanti accorgimenti governativi in merito al controllo dell’informazione un popolo sufficientemente informato per difendere i propri diritti.
Gli italiani sono un popolo dotato della forza necessaria e per ora degli strumenti per difendere i propri tali diritti.
Gli italiani sono però una popolazione con un accentuato carattere di accettazione metereologica delle prepotenze governative(piove!governo……..) al punto da aver sviluppato un esagerata repulsione verso tutte le forme di rappresentanza anche diretta. La scelta dell’onda di disertare le urne a causa dell’irrappresentabilità del movimento studentesco è semplicemente l’ennesima manifestazione di questa connotazione culturale. I risultati? Li scontiamo e li sconteremo quotidianamente sulla nostra pelle(vittoria delle destre universitarie alle elezioni di ateneo della Sapienza).Se possiamo cambiare qualcosa è questo che dobbiamo cambiare per primo, dobbiamo riappropriarci del concetto che la Politica con la maiuscola smetterà di esistere solo quando ritornerà ad essere uno strumento e solo un strumento di lavoro, al pari del lapis o del martello, per cambiare in meglio la vita quotidiana delle persone nel modo più pratico che ci possa essere, quando sarà la definizione per il percorso che ci darà la possibilità di lavorare, mangiare, bere, studiare, informarci in libertà e serenità quando significherà scuole che funzionano ospedali che funzionano ecc…e non qualcosa di pericolosamente astratto dall’imperscrutabile carattere divino.come possiamo operare questi cambiamenti? Per farlo abbiamo non solo diritto ma bisogno di rappresentanti, abbiamo però -ed è questo a fare la differenza- il dovere di vigilare instancabilmente sul loro operato; abbiamo il dovere di sceglierli accuratamente, abbiamo ancora il dovere di costringerli a rappresentarci di essere coscienti di questo e responsabili, accorti ed onesti per questo!.scontato che ciò richieda un medio alto senso civico e impegno sociale ne siamo in grado?
Jhonny